Continuiamo a scoprire i veli di Maya, le impurità che non ci per permettono di vivere liberamente e pienamente il potere divino che è in ognuno di noi, contraendo la nostra percezione della realtà.
Oggi parliamo di māyīya-mala o impurità della differenziazione. Māyīya-mala è il meccanismo con il quale maya ci induce a vederci diversi gli uni dagli altri e percepirci duali.
La forma principale di māyīya-mala è la divisione soggetto-oggetto. Ciò significa che percepiamo l'oggetto della nostra consapevolezza come diverso e separato da noi stessi. Questa prospettiva porta inevitabilmente o a vedere il mondo come una minaccia continua, oppure come una fonte di oggetti da ottenere e conquistare. Tuttavia, come abbia già sottolineato, questa è una forma di ignoranza, perché tutto ciò che esiste nella nostra consapevolezza è già parte di noi.
La corretta percezione è vedere tutti gli esseri viventi in noi e noi stessi come parte di loro. Solo se ci fermiamo allo strato più superficiale della realtà, percepiamo la differenziazione.
Immagina un continente per la maggior parte sommerso nell'oceano ma con picchi di montagne che si stagliano nel cielo. Una persona che non si è mai spinta sott'acqua vedrebbe le montagne come isole separate e non connesse tra di loro. Solo colui, il quale ha fatto lo sforzo di esplorare gli abissi dell'oceano, realizzerebbe che quelle isole in realtà sono un'unica massa continentale, che estrude in diversi punti verso l'alto.
Allo stesso modo, gli esseri viventi sono estrusione nel mondo tangibile e reale, dell'unico immenso Essere che esiste continuamente.
Ciò che percepiamo è una differenza di vibrazione dell'energia cosciente. L'ignoranza non ci permette di vedere le cose da un'altra prospettiva, non capendo che così ci precludiamo di vedere un altro aspetto della nostra essenza.
Ma attenzione, lasciar cadere il velo di māyīya-mala non significa credere che tutte le persone sono uguali o che tutto sia giusto. Significa comprendere che tutte le entità sono espressione diversa della stessa sorgente, ogni soggetto nella sua unicità, ma comunque con le stesse capacità. Si può restare radicati nella Realtà ma comunque essere consapevoli che c'è una sola sostanza che ha dato origine alla realtà stessa, manifestandosi in infinite varietà di forme diverse.
Vedere ogni persona come manifestazione del Divino non significa approvare ugualmente le azioni e le prospettive di ognuno, in quanto alcune sono espressione della capacità di occultamento del Divino, mentre altre sono espressione di rivelazione.
Questo passaggio è fondamentale per superare il sentimento di condanna e giudizio nei confronti degli altri, lasciando spazio alla compassione.
E proprio oggi, nel giorno della festa della donna, ti invito a provare degli occhiali diversi e vedere il mondo, ogni essere vivente come espressione unica di una stessa energia, superando la dualità e la differenziazione.
Buon viaggio!
Con amore,
Laura
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