Il quarto chakra prende il nome Anahata, che in sanscrito significa "non colpito" o "non causato" e si riferisce alla vibrazione primordiale, quel primo fremito che ha dato origine all'intero universo, la stessa pulsazione del cuore. Anahata è infatti il chakra del cuore.
Per la sua posizione centrale all'interno del sistema dei chakra, esso rappresenta il ponte tra i chakra inferiori, legati al corpo terreno, e i chakra superiori, legati allo spirito. E' luogo di fulcro, sede del prana.
Tra le principali funzioni troviamo quella di generare movimento centrifugo, bisogno di riconoscere e accettare, inteso come possibilità di stabilire chi siamo, dove siamo e in quale direzione possiamo andare.
Ha il compito di portare luce al nostro inconscio e di aiutarci a ritrovare unità tra noi stessi e il cosmo. Anahata è un chakra che unisce, che porta alla totalità, e, in quanto tale, è il nostro centro di guarigione.
Anahata è associato alla nostra capacità di sentire l’amore puro e incondizionato, di entrare in sintonia a livello empatico con tutto ciò che esiste e di coglierne la bellezza e la perfezione, nonché di sapersi prendere cura di se stessi e degli altri. E' espressione di apertura nei confronti del mondo, a partire da uno spazio di integrazione dei tre chakra sottostanti. Con il quarto chakra, impariamo l'arte di "com-muoverci", ovvero di muoverci insieme a ogni essere del cosmo; ciò significa entrare in sintonia con le vibrazioni che ci circondano. Riunirsi significa iniziare un percorso di guarigione e svelamento, perché guarire significa ritrovare totalità e integrità.
Anahata ci guida nel perdono. Dalla sua etimologia di donare completamente, significa donarsi completamente agli altri, donare il proprio cuore.
Per poter entrare in sintonia con gli altri, è fondamentale sviluppare una delle capacità principali di Anahata chakra, ovvero quella di ascoltare. L'ascolto richiede il silenzio, uno spazio di vuoto fertile che possa lasciar cadere pensieri e giudizio della mente per farsi trasportare nel profondo e percepire i messaggi nascosti.
In quello spazio, ecco che entriamo in sincronicità con il ritmo della vita. Il nostro cuore inizia a vibrare all'unisono con quello dell'universo e quasi come per magia, ci ritroviamo a vivere situazioni di cui abbiamo bisogno in quel momento, ad essere nel posto giusto al momento giusto o incontrare la giusta persona.
Il quarto chakra è legato all'elemento aria, al movimento fluido e leggero di espansione e al respiro. Quest'ultimo nella tradizione yogica è prana, energia vitale. Lo strumento più accessibile e potente per volare nella vita con leggerezza e agire sul corpo fisico. Studi hanno dimostrato l'importanza del respiro per un'organismo in salute e benessere. Esso, infatti, oltre a mantenere in vita ogni singola cellula del nostro organismo, influenza le nostre emozioni, la nostra coscienza e la nostra mente.
Leggero e spensierato come un bambino, Anahata ci riporta a quella condizione di innocenza e libertà tipica dell'infanzia.
A livello fisico, Anahata è legato a:
Cuore e sistema circolatorio, trasporto di sostanze vitali e purificazione
Polmoni e sistema respiratorio, approvvigionamento di ossigeno e purificazione
Timo e sistema immunitario, capacità di difendere l'organismo da aggressioni esterne
Diaframma e gabbia toracica, sostegno e protezione
Pelle, tatto e mani, confine e sensibilità
Anahata ci insegna l'arte dell'apertura, nel rispetto dei confini personali e degli altri. Un vero incontro con-tatto al confine, dove esprimere la propria natura nell'ascolto più profondo dell'essere. Ci insegna a fluire liberi, come uccelli che sfruttano l'aria per lasciarsi trasportare nel cielo.
Accogliere e lasciar andare, inspirando ed espirando nel ritmo della vita. Anahata è l’armonia degli opposti, l’asse centrale del Cosmo.
Anahata viene raffigurato in un loto con dodici petali. Il suo mantra è YAM.
Nella vita di tutti i giorni, quanta apertura senti? Quanto riesci a stare in con-tatto con gli altri?
Buon viaggio!
Con amore,
Laura
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